La chiesa parrocchiale di Santa Margherita a Caronno

La chiesa è una rimodellazione ottocentesca (1885-1893), a opera dell’architetto Alfonso Parrocchetti, in forme tardo neoclassiche, della versione cinque-seicentesca dell’edificio, costruito tra il 1580 e il 1630.

La chiesa è a tre navate, a pianta basilicale con presbiterio e copertura a volta a botte unghiata.

La facciata, nel suo registro superiore reca come elementi ornamentali un bassorilievo raffigurante il Padre Eterno, coevo alla ristrutturazione ottocentesca, e una lunetta che riporta l’immagine a mosaico del Martirio di Santa Margherita (Angelo Bonfanti, 1986) che replica l’affresco deteriorato eseguito dal pittore Romeo Rivetta nel 1902.

Nel registro inferiore si aprono i tre portali lignei (fine ’800) in corrispondenza delle tre navate.

Il campanile è stato ricostruito (1913–1920, arch. Giulio Grassi) dopo il danneggiamento dell’antica torre cinquecentesca provocato da un ciclone nel 1910.

La ristrutturazione di fine Ottocento

L’intervento contemplava lo sfondamento delle nove cappelle per la realizzazione delle due navate laterali, con conseguenti modifiche della facciata principale e del sagrato, e la costruzione della nuova sagrestia sulla destra dell’altare maggiore alla quale si accedeva attraverso il campanile.

Sul lato nord vennero aperti nuovi spazi oltre il lato perimetrale della navata per la realizzazione del fonte battesimale e della cappella della Madonna del Rosario.

Esternamente la precedente Chiesa, con navata e cappelle laterali, aveva la larghezza di m. 16,70 e lunghezza di m. 26,00; l’ampliamento, aggiungendo una porzione di m. 2,90 per parte, ha portato la larghezza complessiva delle tre navate a m. 22,50 lasciando inalterata la lunghezza.

La nuova chiesa parrocchiale veniva consacrata dall’Ill.mo e Rev.mo Mons. Angelo Ballerini Patriarca d’Alessandria d’Egitto il 2 settembre 1893.

Interno
L’interno è suddiviso in tre navate da due file di 4 pilastri collegati da archi a tutto sesto e decorati a finto marmo.
La decorazione pittorica (1904-1905) è opera di Romeo Rivetta.

L’altare maggiore

Pregevole opera di ambito
lombardo, del secondo quarto del XVIII secolo, (iniziato nel 1749 e terminato l’anno seguente) le cui forme ricordano la maniera della bottega dei Buzzi di Viggiù.

In marmo policromo, predominano il nero di Varenna e il rosso di Francia. Sull’altare poggiano due angeli in legno scolpito, intagliato e dipinto a finto marmo bianco, riferibili alla stessa bottega.

Una più recente mensa d’altare, dono del Cardinale Giovanni Colombo, è collocata al centro del presbiterio, ed è stata realizzata nel 1978 su disegno dell’architetto Mons. Enrico Villa, secondo le nuove disposizioni liturgiche del Concilio Vaticano II.

L’arco trionfale
Su di esso campeggia al centro un crocifisso (seconda metà del XVI sec.) di legno intagliato e dorato attribuito per analisi stilistica all’ambito lombardo della bottega dei Da Corbetta, contornato da angeli piangenti affrescati su tutto l’arco.

Sul lato sinistro è fissato a parete un pulpito ligneo intagliato, dipinto e dorato, facente capo all’impianto decorativo ottocentesco del Rivetta.

Le navate laterali
Al loro fondo, si trovano due edicole: una a sinistra dedicata a San Giuseppe, l’altra, a destra, dedicata al Sacro Cuore; quest’ultima è corredata di un tabernacolo del XVIII secolo.

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