La chiesa dalla Purificazione a Caronno

l nome della chiesa rimanda all’episodio evangelico rappresentato dalla Paladell’altare maggiore: la Purificazione di Maria quando presenta Gesù al tempio.

La chiesa, in realtà, è conosciuta dai Caronnesi come “Chiesa Nuova”, nome attribuitole fin dalla sua costruzione all’inizio del secolo XVI.

Il sito

Le indagini archeologiche hanno evidenziato la frequentazione dell’area, su cui sorge attualmente la chiesa, fin dall’età tardo romana e per tutti i secoli del Medioevo.

I resti degli edifici venuti alla luce rimandano a costruzioni in muratura, di non piccole dimensioni. Non è azzardato ipotizzare che questi edifici avessero una importanza collettiva.

Si è presa in considerazione anche l’ipotesi che il sito possa essere stato la sede del castrum del comune rurale, la cui esistenza in Caronno è documentata da fonti scritte.

La descrizione architettonica

La chiesa si compone del blocco longitudinale della navata, coperto a capanna, dai cui fianchi aggettano i volumi delle due cappelle, e di un corpo più basso concluso dalla sporgenza dell’abside.

Il cielo dell’aula è costituito dalla successione di tre crociere, una per ogni campata. Mentre le cappelle hanno una volta a botte, il presbiterio è coperto da una crociera di minor altezza e il vano absidale da calotta sferica.

Delle citate cappelle laterali, di particolare importanza è quella a nord, dedicata a Santa Caterina di Alessandria; qui due lapidi ricordano il determinante ruolo che la famiglia Homati ebbe nella vita civica caronnese del XVI secolo.

All’esterno, la chiesa presenta sui fianchi otto paraste tuscaniche (quattro per lato), le ultime delle quali risvoltano sui fronti opposti dell’aula formando i piedritti dei due timpani. Sotto la trabeazione, al centro dei pannelli murari fra le paraste, si aprono sei finestroni semicircolari (tre per lato), corrispondenti alle lunette interne, che illuminano dall’alto lo spazio della navata.

Sul lato prospiciente via Adua, all’innesto fra la navata e il presbiterio, si innalza lo svelto campanile a pianta quadrata, comunicante con il coro tramite una porta speculare a quella della sacrestia. Danno accesso alla chiesa, due portali posti rispettivamente sul fronte (a ovest) e sul prospetto sud.

Il ciclo pittorico

L'edicola della Madonna del latte

All’esterno della Chiesa, sull’angolo della piccola piazza e la via Adua, sorge l’edicola della Madonna del Latte. La costruzione, che si fa risalire al XVII secolo, è stata realizzata da maestranze lombarde in laterizio intonacato con colonne in serizzo, ornate alle basi da rudimentali decorazioni.

Con ogni probabilità fu edificata per proteggere il preesistente affresco che rappresenta la Vergine che allatta il Bambino, attribuibile all’ambito della bottega “De Advocatis” per la somiglianza con gli affreschi dell’Arco trionfale della vicina Chiesa Nuova.